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Il quadro è più chiaro che mai: l’Europa sta perdendo terreno rispetto agli Stati Uniti e alla Cina nei settori cruciali delle tecnologie quantistiche e dell’intelligenza artificiale. Se questa tendenza non viene invertita rapidamente, c’è il rischio che l’Europa comprometta la sua capacità di competere tecnologicamente e il suo ruolo nei futuri assetti geostrategici.

Il rapporto Ced2023 sulle tecnologie di frontiera suona l’allarme, sottolineando che il Vecchio Continente è alla ricerca di una soluzione definitiva, mentre l’Italia, pur possedendo notevoli potenzialità, deve trovare un equilibrio tra nuove norme ed eccellenze nazionali.

L’Europa e l’Italia devono agire con urgenza, accelerando su politiche industriali e dell’innovazione mirate. Rosario Cedda, presidente Ced, sottolinea che è essenziale sfruttare il grande potenziale di competenze e tecnologie di cui Italia e UE dispongono. Il divario si sta ampliando, soprattutto nei settori delle tecnologie quantistiche e dell’intelligenza artificiale, dove gli Stati Uniti hanno conquistato una leadership tecnologica e la Cina si sta facendo strada rapidamente.

Il rapporto analizza approfonditamente il posizionamento internazionale riguardo alle tecnologie quantistiche e all’intelligenza artificiale, considerate tecnologie di frontiera. Non basta guardare al numero di pubblicazioni o brevetti, ma la qualità, misurata in termini di impatto citazionale, è fondamentale.

Che cosa dice il rapporto Ced2023?

Nel settore delle teorie quantistiche, gli Stati Uniti sono in testa con il 47,3% nella produzione di pubblicazioni scientifiche di alto impatto, superando la Cina (posizionata al 27.6%) in modo significativo. La Germania, con il 17% stacca nettamente le altre economie UE, tra cui Francia (7,4%), Spagna (5,7%) e Italia (5,5%)

Guardando ai brevetti a maggiore impatto considerati “Top 10%” (quelli per cui è stata richiesta protezione in almeno 3 dei 4 principali uffici brevettuali a livello globale), gli Stati Uniti 45,7% mantengono una forte posizione globale, Giappone 23,3%, UE 18.4%,  e Cina 14.1%. L’Italia, si colloca più indietro, con una quota del 2% nei brevetti sulle tecnologie quantistiche.

Nell’intelligenza artificiale, gli Stati Uniti guidano anche in termini di articoli scientifici citati, con il 40,2%, seguiti dalla Cina con il 31,5%. L’Italia, pur con potenzialità, si trova ancora in una posizione di sfida, con una quota dell‘3,6%.

Il ranking dei “Top 10%” in termini di citazioni restituisce uno scenario ancor più chiaro. Si conferma l’evidenza sul ruolo di leader globale svolto dagli Stati Uniti, con una quota pari al 52%. A distanza segue l’UE con il 17,5%, Giappone (15,3%) e dalla Cina al 12,6%. L’Italia è presente con un 0,6%.

È il momento di accelerare e implementare una strategia di politica industriale e innovazione veramente intelligente, sistemica e in grado di sviluppare capacità tecnologiche cruciali per il futuro. Per l’Italia, nonostante la posizione di debolezza, il rapporto suggerisce che il paese può accrescere la competitività tecnologica sfruttando le eccellenze presenti nel territorio nazionale nelle tecnologie di frontiera.