Il Trade Performance Index (TPI) elaborato per il 2021 dall’International Trade Centre (ITC) emerge come uno strumento fondamentale per valutare la posizione di un paese nel contesto del commercio internazionale. Questo indice, che misura la competitività di 189 Paesi in 14 macrosettori del commercio mondiale, si basa su cinque sotto-indicatori per ciascun settore, offrendo un’analisi approfondita delle dinamiche commerciali.
I 5 sotto indicatori per ciascuno dei 14 macrosettori sono:
- saldo commerciale settoriale di ciascun Paese;
- export settoriale procapite;
- quota nell’export mondiale;
- livello di diversificazione in termini di numero di prodotti esportati;
- livello di diversificazione dei mercati serviti in ogni settore.
L’Italia si distingue notevolmente nel panorama internazionale, conquistando diverse posizioni di rilievo nella classifica del 2021 e collocandosi:
- al primo posto per competitività nell’abbigliamento e negli articoli in pelle e cuoio, guidando il settore a livello globale;
- al secondo posto nel tessile e, in particolare, nella meccanica non elettronica, superata solamente dalla Germania;
- al terzo posto nei manufatti di base, nei prodotti elettrici ed elettronici e negli altri manufatti;
- al quarto posto nei prodotti alimentari trasformati e nei mezzi di trasporto;
- al quinto nel legno e nella carta;
- all’ottavo nella chimica e nella farmaceutica.
Altro elemento di rilevanza è la diversificazione dell’export in termini di prodotti, evidenziata dall‘Indice delle Eccellenze Competitive (IEC) della Fondazione Edison per il 2021.
L’analisi a livello di singoli prodotti, ben 5.388, rivela che l’Italia si colloca tra i primi cinque paesi al mondo per una bilancia commerciale positiva, con 104$ miliardi, in 1.526 prodotti.
La rilevante differenziazione dell’export italiano è confermata anche da un altro indice: il rapporto di concentrazione (CR). Dove si evidenza come i primi 50 prodotti esportati dall’Italia pesano solo per il 29,7% dell’export totale, dove siamo i primi nel G-20. Ciò lo confermano pure le serie storiche dell’Unctad, dalla fine degli anni ’90 in poi l’Italia è sempre stata il Paese del mondo con il più basso grado di concentrazione dei prodotti esportati.
Questo indica una notevole diversificazione e solidità nell’export italiano, contribuendo al suo successo sul mercato globale.