L’industria della guida autonoma si trova attualmente sotto il fuoco delle critiche, evidenziato dai recenti eventi che hanno coinvolto Kyle Vogt, l’ex CEO di Cruise, la compagnia di robotaxi controllata da General Motors. L’incidente tragico a San Francisco di 3 mesi fa dove una bambina è morta investita insieme a quello più recente di ottobre scorso, dove una donna è stata trascinata per decine di metri intrappolata fra le ruote di un robot taxi; ha costretto Cruise a interrompere temporaneamente la flotta dei suoi 950 taxi a guida autonoma, sollevando interrogativi significativi sulla sicurezza dietro la promettente ma incerta tecnologia della guida autonoma. L’ex CEO lascia una compagnia in perdita di 8 miliardi di dollari dal 2016 e per oltre 700 milioni solo nell’ultimo trimestre.
In mezzo a una serie di sfide e problematiche, emerge un interrogativo fondamentale : potrebbe davvero un’IA, priva di consapevolezza, evitare incidenti in maniera più efficace di un conducente umano? La risposta affermativa sembra illusoria al momento, portando alla luce la mancanza di comprensione e discernimento intrinseca alle intelligenze artificiali rispetto alla consapevolezza umana.
Le altre società di robot taxi.
Nonostante le difficoltà di Cruise, il successo di Waymo e Zoox, controllata da Amazon, sembra dare nuova linfa all’industria, spingendo ulteriormente verso l’adozione della guida autonoma. Waymo afferma : “Offriamo decine di migliaia di corse a pagamento a settimana 24 ore su 24 a San Francisco e Phoenix e i nostri passeggeri hanno effettuato oltre 700mila viaggi completamente autonomi quest’anno” Zooz invece sta lavorando sta lavorando su un robotaxi senza volante né pedali, i cui test sulle strade pubbliche sono iniziati a febbraio scorso, l’obiettivo è diventare un servizio come Uber.
Cosa dice uno studio del McKinsey Center in ottica futura?
Nonostante le prospettive ottimistiche, uno studio del McKinsey Center for Future Mobility suggerisce che l’adozione su larga scala della guida autonoma è ancora un miraggio, con impatti significativi che potrebbero verificarsi dopo il 2030, ma con solo il 2% sul totale del parco circolante in uno scenario base oppure meno del 10% in uno scenario accelerato. La previsione della Foundation for Traffic Safety di Washington è che anche solo l’utilizzo degli Adas più avanzati consentirebbe di evitare il 40% delle vittime della strada entro il 2040, vedremo se tali cifre saranno vere. Al momento in Italia sulle strade muiono circa 3000 persone l’anno e tranne il 2001 con il picco di 7000vittime (fonte Istat), non sembra che il trend degli ultimi vent’anni sia in diminuizione nostante auto sempre più moderne e dotate di ausili alla guida di livello 2.
Come andranno le cose?
Osservando le cose in senso lato, sembra quasi che l’obiettivo intriseco sia quello di ridurre le auto circolanti. Già l’obbligo di avere auto con certi caratteristiche di emissioni (pensiamo alle ZTL urbane) e la scelta di stoppare la commercializzazione di veicoli endotermici a partire dal 2035, porta in questa direzione.
Ma a quale prezzo?? Di questo passo solo la popolazione più abbiente si potrà permettere certe tecnologie e gli altri addotteranno soluzioni di car-sharing o si “attaccheranno al tram” del trasporto pubblico, dove sarà possibile certo. Se fosse veramente così, limitare la circolazione degli individui e quindi le loro libertà di movimento sembra diventare il vero obiettivo della trama.
In ogni caso, la guida autonoma può portare enormi benifici ed è giusto che le società investano in ricerca e sviluppo in tali tecnologie, ma permane comunque un quadro di incertezza e rischi. La mancanza di consapevolezza delle intelligenze artificiali è un dato di fatto, fortuna o sfurtuna la situazione è questa.