Il trend inesorabile del calo della raccolta dei rifiuti elettronici destinati al riciclo persiste in Italia, come confermato dai dati forniti da Erion Weee, il consorzio che rappresenta oltre 1.600 aziende e gestisce due terzi dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) domestiche nazionali.
Nel corso del 2023, il consorzio ha trattato 232mila tonnellate di Raee, registrando un calo del 6% rispetto all’anno precedente. La curva discendente si protrae dal 2021, quando vennero trattate 291mila tonnellate, e nel 2022 si registrò un ulteriore decremento, portando il totale a 246mila tonnellate.
Giorgio Arienti, direttore generale di Erion Weee, esprime preoccupazione e sottolinea la necessità di invertire questa tendenza, specialmente considerando gli obiettivi dell’Unione Europea che richiedono agli Stati di raccogliere il 65% della media dell’immesso sul mercato degli ultimi tre anni. Invece, l’Italia attualmente gestisce soltanto 350mila tonnellate, perdendo oltre la metà delle quantità richieste.
Tra le cause del rallentamento, Arienti menziona la fine dell’effetto del bonus rottamazione tv, che ha contribuito a una flessione del 31% nella raccolta di questo tipo di Raee nel 2023. Inoltre, la scarsa consapevolezza dei cittadini sulla corretta raccolta di tali rifiuti è un fattore significativo.
Il direttore generale evidenzia anche la schizofrenia esistente tra la retorica sulla “economia circolare” e l’attuazione pratica di misure per promuoverla.
La fame di Raee è legata al valore delle materie prime, il cui aumento ha alimentato un flusso illegale dove operatori borderline e soggetti non autorizzati estraggono le materie più facili senza considerare l’impatto ambientale.
Per invertire la tendenza, Arienti suggerisce maggiore controllo e sanzioni più severe, insieme a un’azione condivisa con le istituzioni per sensibilizzare i cittadini sulla corretta raccolta dei Raee. Il consorzio auspica semplificazioni per incentivare la raccolta, ad esempio nei supermercati e nelle scuole, e chiede uno sforzo pubblicitario da parte dello Stato.
Infine, Arienti evidenzia che oltre ai benefici ambientali, il corretto recupero dei Raee è cruciale anche per il recupero delle materie prime critiche, sottolineando che l’Italia è ancora distante dagli obiettivi dell’Unione Europea in questo ambito.