La prossima adozione di nuove regole sull’obbligo di diligenza delle imprese nell’Unione Europea potrebbe generare conflitti con gli obiettivi di promuovere gli approvvigionamenti. Parlamento e Consiglio sono vicini a un accordo su questa proposta, denominata Corporate Sustainability Due Diligence, che mira a imporre obblighi di sostenibilità alle imprese europee.
La proposta, originatasi lo scorso anno dalla Commissione europea, mira a far rispettare ai business diritti umani e standard ambientali lungo le catene globali del valore. Dall’eliminazione del lavoro minorile all’attenuazione dell’inquinamento, le imprese saranno chiamate a integrare il dovere di diligenza nelle loro decisioni e monitorarne l’efficacia, con sanzioni per le inadempienze.
La trattativa tra Parlamento e Consiglio evidenzia molte questioni aperte, inclusa la definizione delle soglie di applicazione in termini di fatturato o numero di dipendenti. La discussione riguarda anche l’eventuale inclusione delle imprese più piccole, solitamente esentate, e la possibilità di legare la remunerazione variabile dei dirigenti a obiettivi di sostenibilità.
Il Parlamento europeo, rappresentato dalla relatrice socialista olandese Lara Wolters, propone obiettivi ambiziosi, cercando di estendere il campo di applicazione della direttiva e ampliare la definizione di catena di valore. La sfida è integrare politiche coerenti senza entrare in contrasto con altri regolamenti, come quelli sulle materie prime o sulle terre rare.
Impatto sull’Industria Automobilistica Italiana.
L’industria automobilistica italiana, impegnata nella transizione verso veicoli elettrici con l’obiettivo di zero emissioni entro il 2035, è soggetta a intensi cambiamenti regolatori. La Direttiva europea sulla Due Diligence di sostenibilità impone alle imprese di valutare i rischi ambientali e sociali nei processi produttivi e nelle catene del valore. Inoltre, il Trilogo deve decidere sul regolamento dell’Euro 7 per auto, furgoni e veicoli pesanti, con misurazioni anche sulle emissioni di freni e pneumatici. Le aziende, comprese le 2.167 imprese di componentistica auto, chiedono la neutralità tecnologica, ma l’UE si concentra su veicoli elettrici. L’Osservatorio TEA evidenzia che l’80% delle aziende accoglie la sfida elettrica, ma il 20% prevede impatti negativi sull’occupazione e sui prodotti. Nel complesso, si prevede un aumento dell’occupazione del 0,6% nel settore entro il 2027, ma molte aziende segnalano difficoltà nel trovare le competenze necessarie.
Impatto sul Settore Ceramico.
La Direttiva sul Bilancio di Sostenibilità (CSRD) sta impattando pesantemente il distretto ceramico di Sassuolo, dove circa cinquanta imprese saranno obbligate a integrare le comunicazioni annuali dal 2026. Questo è significativo considerando che le 128 imprese italiane nel settore, leader nelle esportazioni mondiali di piastrelle, danno lavoro a 19.000 persone e generano un giro d’affari di 7,2 miliardi di euro. La Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDD) suscita preoccupazioni nel settore, poiché, secondo Vittorio Borelli, consigliere di Confindustria Ceramica, impone responsabilità eccessive su soggetti indipendenti e non controllabili. Borelli sottolinea la necessità di regole chiare e fattibili: la preoccupazione riguarda gli standard di rendicontazione europei, che, secondo Borelli, richiedono sforzi impropri e poco verosimili.
Preoccupazioni del Settore Siderurgico.
Le proposte sulla Corporate Sustainability Due Diligence (CSDD) rischiano di complicare la transizione del settore siderurgico, richiedendo maggiori risorse e generando asimmetrie tra i paesi europei. Federacciai esprime preoccupazione per il potenziale danno al pacchetto di sostenibilità europeo e alle imprese di medie e piccole dimensioni. Il direttore generale, Flavio Bregant, critica l’accelerazione tramite il “trilogo”, sottolineando la necessità di lavorare con competenza e procedure adeguate. L’iper-regolamentazione e la fretta minacciano la competitività delle imprese, nonostante la leadership italiana nella sostenibilità. Le preoccupazioni includono l’esclusione dei rottami ferrosi dalla Critical raw materials act, mettendo a rischio la fornitura essenziale per la decarbonizzazione dell’industria siderurgica in Europa.
La nuova Direttiva europea sull’obbligo di diligenza aziendale rappresenta un passo significativo verso la promozione della sostenibilità, ma è fondamentale bilanciare gli obiettivi concreti con la praticità delle regole e l’evitare di creare impatti negativi su settori già in transizione.