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Il mercato delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni (ICT) in Italia è destinato a raggiungere un valore impressionante di quasi 39 miliardi di euro entro la fine del 2023, un +4.8% rispetto al 2022. Un promettente 25% delle imprese, come evidenziato da un recente rapporto di Assintel basato su dati di Idc e un’indagine condotta dall’Istituto Ixè su un campione di mille imprese, prevede di aumentare i budget di spesa rispetto all’anno precedente.

Sebbene le tecnologie emergenti come realtà virtuale/aumentata, robotica e intelligenza artificiale siano ampiamente adottate in quasi un decimo delle imprese, i settori chiave che continuano a guidare gli investimenti in ICT rimangono: la comunicazione/marketing, che rappresentano una priorità per il 31% delle imprese esaminate e la gestione dei clienti (22%).

I punti critici degli investimenti in ITC sono due: la mancanza di risorse finanziarie (segnalata dal 31% dei casi) e la carenza di cultura innovativa e competenze specializzate (coinvolge oltre la metà, ossia il 54% delle imprese italiane).

L’ICT si dimostra un asset imprescindibile per il 90% delle imprese, che riconoscono la sua centralità per competere efficacemente sul mercato, migliorare le performance e costruire organizzazioni più resilienti. Tuttavia, nonostante la diffusa adozione di tecnologie digitali, un gruppo ristretto ma significativo, pari all’8,5% del totale (circa 130.000 imprese di piccole dimensioni), rimane refrattario all’adozione di queste innovazioni, principalmente dovuto alla mancanza di risorse finanziarie.

In questo contesto, emerge la vera sfida più significativa per la nostra realtà Pointmach: che si propone come intermediario nella fornitura di macchinari e attrezzature usate, offrendo soluzioni efficienti ma accessibili anche e soprattutto a queste 130mila imprese “dimenticate” dall’industria 4.0.