Mercoledì 22 Novembre 2023 nell’ennesima adunanza del parlamento europeo, si terrà il voto sul folle progetto di regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (PPWR). Questa geniale regolamentazione, che promuove il riutilizzo a discapito dei processi di riciclo (di cui l’Italia è leader), sembra provenire da un manuale di comicità. Se approvato, questo capolavoro normativo creerebbe danni mastodontici all’industria italiana degli imballaggi, alla filiera del riciclo e perfino al commercio, tanto per non parlare dell’agricoltura, dell’allevamento e della gastronomia.
Secondo questa brillante regolamentazione, dovremmo abbandonare l’uso di imballaggi riciclabili e tornare alla vendita sfusa, come se fossimo catapultati indietro nel tempo con carretti e secchielli.
L’Italia, che è chiaramente una specie di supereroe del riciclo (vedi rapporto “il riciclo in Italia 2022”), è già in anticipo di nove anni rispetto all’obiettivo europeo del 70%, con il 73,3% di imballaggi avviati a riciclo (pari a 10,5 mil.tonn.).
Addirittura, il nostro Paese è in vetta anche nella circolarità complessiva del suo sistema produttivo, con un utilizzo del 21,6% di materiali riciclati, mentre la Germania è ferma al 13,4%, appena sopra la media UE del 12,8%.
I dati dal Rapporto del riciclo del 31 dicembre 2022.
Nel 2020, il nostro tasso di raccolta differenziata dei rifiuti urbani era al 63%, mentre la Germania, raggiungeva appena il 55%; inoltre lo smaltimento in discarica era sceso al 20%, mentre il riciclo dei rifiuti industriali ha superato il 70% e lo smaltimento in discarica è sceso al 6%.
Tra i materiali maggiormente riciclati nel 2020 abbiamo:
- 12 milioni e 287 mila tonn. di metalli, in gran parte acciaio;
- 5 milioni e 213 mila tonn. di carta e cartone;
- 2 milioni di tonn. di pannelli di legno truciolare;
- 2 milioni e 229 mila tonn. di vetro riciclato;
- 1 milione e 734 mila tonn. di compost;
- 972 mila tonn. di plastica riciclata.
L’Italia nel 2020 ha riciclato il 72% di tutti i rifiuti, urbani e speciali-industriali, in confronto l’Europa sembra veramente un palcoscenico vuoto.
L’industria italiana del riciclo, coinvolge in tutta la sua filiera 4.800 imprese e 236.000 occupati e stiamo parlando di numeri non indifferenti!
Per tale motivo, speriamo che questa genialata europea venga respinta, lasciando il Paese Leader quale siamo, a continuare a dire la nostra senza interruzioni inutili.