A partire da gennaio, in Italia entrerà in vigore un trio di incentivi mirati a stimolare l’occupazione e a sostituire il precedente programma Reddito di cittadinanza. Le nuove misure includono il Supporto alla Formazione e al Lavoro (Sfl) e l’Assegno di Inclusione (Adi). Inoltre, è prevista una super deduzione per le assunzioni a tempo indeterminato delineata nel Decreto Legislativo sul primo modulo della riforma dell’imposta sul reddito (vedi precedente articolo). In attesa dell’approvazione dell’Unione Europea, è attesa anche la decontribuzione per il Sud Italia. Tuttavia, gli incentivi esistenti per l’assunzione di donne, giovani sotto i 36 anni e NEET scadranno a dicembre.
Per i datori di lavoro che assumono percettori di Adi e Sfl, è concesso un esonero del 100% dai contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro per un massimo di 12 mesi, con un importo di 8.000 euro ricalcolato mensilmente. Questo si riduce al 50% per un importo ricalcolato di 4.000 euro al mese nel caso di assunzioni a tempo determinato.
Il meccanismo della super deduzione e la categoria dei lavoratori svantaggiati.
Il meccanismo della super deduzione prevede un aumento del 20% (deducibile nella dichiarazione Ires o Irpef) da applicare al minore tra il costo sostenuto nel 2024 per i neoassunti e l’incremento delle spese del personale tra il 2023 e il 2024. È previsto un ulteriore aumento, fino al 10%, in caso di assunzione di soggetti meritevoli di tutela, come lavoratori “molto svantaggiati” secondo la legislazione europea: persone con disabilità, minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiare, donne di qualsiasi età con almeno due figli minori, giovani ammessi agli incentivi all’occupazione giovanile e ex percettori del reddito di cittadinanza che non soddisfano i requisiti per l’Assegno di Inclusione.
I requisiti aziendali.
Per beneficiare di questo incentivo, le aziende devono essere in normale operatività, non in liquidazione e senza ricorrere alle disposizioni del codice della crisi d’impresa di natura liquidatoria. È inoltre necessario che il numero di dipendenti a tempo indeterminato alla fine del 2024 sia superiore alla media del 2023. I contribuenti devono inoltre avere, alla fine del 2024, un numero complessivo di dipendenti (a tempo indeterminato e determinato) superiore alla media del 2023.
Il beneficio fiscale richiede due verifiche:
La prima riguarda l’aumento dell’occupazione, necessitando di una differenza positiva tra i lavoratori a tempo indeterminato alla fine del 2024 e la media del 2023. L’incentivo si attiva solo con almeno una nuova assunzione dal 1° gennaio 2024. Non è sufficiente un aumento medio causato da assunzioni a metà anno nel 2023.
La seconda verifica riguarda il calcolo del beneficio, con l’applicazione di un aumento del 20% al costo sostenuto nel 2024 per i nuovi assunti rispetto all’incremento totale dei costi del personale rispetto al 31 dicembre 2023. L’importo ottenuto rappresenterà una diminuzione del reddito imponibile per i beneficiari.
Decontribuzione Sud Italia.
Estesa almeno fino a giugno 2024, questa prevede uno sgravio contributivo per le aziende situate nelle regioni del sud (cioè datori di lavoro privati con sede in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) e riguarda i rapporti di lavoro dipendente, sia instaurati che da instaurare. Lo sgravio è riconosciuto sulla base di percentuali decrescenti a seconda delle annualità delle contribuzioni (sono esclusi dal calcolo della contribuzione i premi e contributi dovuti all’Inail). Fino al 31 dicembre 2025, l’esonero è del 30% della contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro; per gli anni 2026 e 2027, l’esonero scende al 20%; per gli anni 2028 e 2029 si passa al 10% (questo incentivo non prevede un massimale nell’importo per singolo lavoratore/lavoratrice). Tuttavia, è necessaria l’autorizzazione preventiva della commissione UE per usufruire di questo sgravio.
Incentivi assunzione per i giovani.
Infine a partire da gennaio, le aziende beneficeranno ancora dell’incentivo “under 30” reso strutturale dalla legge di Bilancio per il 2018 (legge 205/2017) per i giovani che non sono mai stati assunti a tempo indeterminato prima dell’assunzione agevolata con contratto a tempo indeterminato, anche a seguito di conversione di precedente contratto a tempo determinato. Questo incentivo prevede un esonero contributivo pari al 50% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali fino all’importo di 3.000 euro ricalibrati mensilmente.
Per maggiori informazioni si rimanda al proprio consulente fiscale.