Il Decreto Legislativo di riforma dell’Irpef introduce una super-deduzione del 120% per i nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato; il beneficio però, sarà accessibile solo se il nuovo rapporto viene perfezionato dal 1° gennaio 2024. Ciò implica che le assunzioni del 2023, anche formalizzate entro la fine dell’anno, non avranno diritto a questo vantaggio.
Come funziona.
Il meccanismo dell’agevolazione prevede un aumento del 20%, applicato al minore tra il costo sostenuto nel 2024 per i neoassunti e l’incremento delle spese del personale tra il 2023 e il 2024. Tuttavia, il beneficio tende a diminuire man mano che la data di inizio del rapporto viene posticipata.
Ad esempio, l’assunzione di nuovo personale a fine 2024 potrebbe equivalere a un beneficio trascurabile o nullo.
Un aspetto critico riguarda l’ulteriore aumento fino al 10% previsto per l’assunzione di soggetti appartenenti a categorie tutelate: due interpretazioni divergenti sollevano dubbi sulla deduzione effettiva, oscillando tra un massimo del 30% e un modesto 5,28%.
La complessità di calcolo emerge quando il secondo parametro (incremento del costo del personale) è inferiore al primo e costituisce la base di calcolo del bonus. Non è chiaro come ripartire la grandezza tra la quota al 20% e quella al 30%, secondo diverse percentuali che potrebbero essere indicate nel decreto attuativo.
Cosa accade alle assunzioni programmate entro il 2023?
L’imminente entrata in vigore dell’articolo 4 del decreto, in attesa dell’approvazione del Consiglio dei ministri, tiene in stallo le assunzioni di dipendenti programmate nelle ultime settimane del 2023. Tale articolo prevede l’irrilevanza dell’agevolazione nel calcolo degli acconti sia del 2024 che del 2025, rendendo complessa la gestione dei versamenti, come evidenziato dalle osservazioni del parere approvato dalle commissioni Finanze della Camera e del Senato.
In conclusione, la tempistica delle assunzioni e le interpretazioni della normativa sono elementi chiave per massimizzare i benefici della super-deduzione del 120% nei nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato. La complessità del calcolo e le incertezze interpretative rappresentano sfide per le imprese che intendono usufruire di tali vantaggi fiscali.
Per ulteriori informazioni si rimanda al proprio consulente fiscale.