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Il 1° gennaio 2024 non segnerà più l’entrata in vigore della tanto dibattuta plastic tax in Italia. La data di implementazione è stata posticipata al 1° luglio 2024, secondo quanto stabilito dal comma 44, lettera a) e b), del maxi emendamento sostitutivo al disegno di legge di Bilancio 2024, approvato dal Senato il 22 dicembre e attualmente all’esame della Camera.

La plastic tax, introdotta dagli articoli 1, commi 634 e 658 della legge 30 dicembre 2019 n. 160 (legge di Bilancio 2020), è un’imposta sui manufatti in plastica monouso. Tale imposta, ora prorogata per la sesta volta, colpisce il consumo di Manufatti in Plastica con Singolo Impiego (Macsi), realizzati utilizzando materie plastiche costituite da polimeri organici di origine sintetica, inclusi fogli, pellicole o strisce.

I Macsi soggetti a tassazione sono principalmente contenitori e imballaggi monouso, quali i contenitori del latte in tetrapak, bottiglie, imballaggi in polistirolo per la protezione di TV e computer, mentre la legge di Bilancio 2021 ha esteso la tassazione alle preforme.

Sono esclusi dalla tassazione i Macsi compostabili, i dispositivi medici classificati come tali dall’apposita commissione unica (legge 289/2002, articolo 57) e i contenitori di preparati medicinali.

Il valore fisso dell’imposta plastic tax è di 0,45 euro per chilo di materia plastica contenuta nei Macsi. La tassazione, radicata nella direttiva 2019/904/UE sulla riduzione della plastica, grava su produttori, importatori e consumatori di tali manufatti.

Le sanzioni.

Le sanzioni per omesso pagamento o ritardato pagamento dell’imposta, così come per la tardiva presentazione della dichiarazione trimestrale, variano da 250 a 2.500 euro, con l’aggiunta di sanzioni amministrative che vanno dal doppio al quintuplo dell’imposta evasa, non inferiore comunque a 250 euro.

La plastic tax si inserisce anche in un contesto europeo, dove è considerata una “risorsa propria” dell’Unione Europea, finanziando specifiche voci di bilancio europeo. L’aliquota uniforme di prelievo sul peso dei rifiuti di imballaggi in plastica non riciclati, stabilita a 0,80 euro al chilo, è regolamentata dalla decisione 2020/2053/UE. Tuttavia, al fine di evitare impatti recessivi, è prevista una riduzione annua forfettaria del contributo, pari a 184 milioni di euro per l’Italia, come specificato nel regolamento 2021/770/UE, che determina le modalità di calcolo dell’aliquota e la procedura di messa a disposizione della risorsa.