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L’industria manifatturiera italiana sta attraversando una fase critica, evidenziata dai recenti dati economici che indicano una diminuzione dell’output manifatturiero. Secondo le rilevazioni dell’Istat a ottobre, si registra un calo dello 0,2% rispetto al mese precedente e dell’1,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questa tendenza discendente, iniziata a febbraio, ha portato a un calo complessivo del 2,5% nei primi dieci mesi del 2023, con prospettive sempre più concrete di una chiusura in rosso per l’intero anno.

Le tendenze registrate nei settori.

Una disamina dei singoli settori rivela una notevole eterogeneità nelle performance. Settori come farmaceutica e mezzi di trasporto mostrano crescite significative, con i mezzi di trasporto in particolare che registrano un progresso di quasi dieci punti nella media gennaio-ottobre. Al contrario, settori come tessile-abbigliamento e legno-carta sono in forte calo, seguiti da chimica, metallurgia e la componentistica in gomma-plastica.

L’analisi si estende alle regioni, con la Lombardia, tradizionalmente la principale regione manifatturiera, che chiude il terzo trimestre in rosso, una situazione non verificatasi dai tempi del Covid. La domanda di investimenti, misurata dagli ordini interni di macchine utensili, è dimezzata tra luglio e settembre, indicando una diminuzione degli investimenti nel settore manifatturiero.

Inoltre, la meccanica, che aveva registrato un anno positivo nel 2022, mostra segni di rallentamento nelle previsioni della federazione di categoria Anima, con una prevista diminuzione della produzione, in particolare nella filiera legata all’edilizia.

Gli indicatori di fiducia, come l’indice Istat di ottobre, evidenziano una continua frenata nella percezione positiva delle imprese, mentre la camera di commercio italo-germanica rileva un calo nella valutazione delle aziende tedesche presenti in Italia.

Le previsioni dei consulenti e il declino della Germania.

Prometeia e Intesa Sanpaolo ipotizzano per il 2023 ricavi dell’industria a 1169 miliardi di euro, con un limitato progresso dello 0,7% in valori correnti e un calo dello 0,6% se si considera la crescita media dei prezzi. Le sfide principali includono l’incertezza geopolitica, il caro-tassi che limita gli investimenti e l’erosione del potere d’acquisto delle famiglie.

L’export, sebbene mostri dati misti a ottobre, riflette un trend di progressivo indebolimento, con un magro +1% nei primi nove mesi del 2023 rispetto al +20% dello scorso anno. La debolezza della Germania (che ha registarto un calo del -0,4% rispetto al mese precendente e del -3,5% rispetto al 2022), contribuisce a questa tendenza con un calo significativo degli acquisti di prodotti italiani.

In sintesi, l’industria manifatturiera italiana si trova di fronte a sfide significative che richiedono una riflessione approfondita sulle politiche economiche e industriali. La diversificazione dei settori e l’adozione di strategie resilienti potrebbero essere cruciali per ristabilire la crescita e la competitività a livello globale.