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Per il settore della ceramica, plastica e packaging, con oltre 16 miliardi di euro di fatturato e un solido aumento del 4% nel corso dell’anno, le tre Confindustrie di costruttori di beni strumentali, Acimac, Amaplast e Ucima, stanno vivendo un periodo di grande successo. Con un export che costituisce oltre il 75% delle vendite e una crescita del 7,6% in dodici mesi, queste associazioni rappresentano una fetta significativa della famiglia Federmacchine, con 1.150 aziende e quasi 60.000 occupati. Il loro contributo alla bilancia commerciale italiana è impressionante, con un euro su sette proveniente da questo trio del Made in Italy.

Ucima (616 aziende e 37.700 addetti).

E’ pronta a superare ogni precedente storico. Nel 2023, i costruttori italiani di macchine packaging si apprestano a stabilire nuovi record storici, superando gli 8,54 miliardi di euro del 2022 con un notevole aumento del 6%, raggiungendo oltre 9 miliardi di euro di fatturato. Questo straordinario risultato è accompagnato da un incremento dell’export, che costituisce l’81,3% delle vendite e si avvicina ai 7,4 miliardi di euro, registrando un aumento del 12%. Il presidente di Ucima, Riccardo Cavanna, sottolinea il superamento dei problemi legati ai ritardi nella componentistica nel corso dell’anno, consentendo al settore di concentrarsi su ordini e consegne, consolidando così la leadership delle tecnologie italiane nel settore globale del food, beverage, pharma, tissue e cosmesi. Nonostante una contrazione del mercato italiano del 14% nel 2023, le prospettive positive sono alimentate dagli investimenti previsti nel piano di Industry 5.0, rappresentati dai 6,3 miliardi del RePowerEU, sebbene siano auspicati chiarezza e regole riguardo allo stanziamento dei fondi, specialmente in relazione alla sfida dell’intelligenza artificiale nella manifattura.

Amaplast (400 aziende e 14.500 addetti).

Nel corso del 2023, la rapida crescita a doppia cifra dei costruttori italiani di macchine, attrezzature e stampi per plastica e gomma, che aveva caratterizzato la prima parte dell’anno, ha subito una frenata nell’ultimo trimestre. Tuttavia, le prestazioni senza precedenti sono evidenti, con una produzione che ha raggiunto i 4,82 miliardi di euro (+3,2%). L’export ha giocato un ruolo chiave, aumentando del 4,9% e raggiungendo i 3,4 miliardi di euro, trainato soprattutto dagli Stati Uniti. Al contrario, il mercato interno ha registrato un calo dello 0,7% a 1,4 miliardi di euro a causa dell’arresto degli incentivi. Amaplast ha giocato un ruolo di primo piano nelle battaglie industriali a Bruxelles, contribuendo alla revisione del regolamento sugli imballaggi a favore del riciclo. Il presidente Amaplast, Massimo Margaglione, prevede che il futuro sarà dominato dagli investimenti in digitalizzazione e servitizzazione, offrendo benefici significativi in termini di sostenibilità. La sfida successiva sarà rappresentata dall’intelligenza artificiale generativa, con un potenziale applicativo ancora in fase di comprensione completa.

Acimac (137 aziende e 7.300 addetti).

L’unione dell’industria delle macchine per ceramica, ha affrontato un anno altalenante registrando una leggera contrazione del 1,7% dopo una significativa crescita del 14,9% nel 2022. Nonostante le oscillazioni, ha mantenuto il suo primato mondiale con un fatturato di oltre 2,3 miliardi di euro, ben al di sopra degli 1,5 miliardi del 2020, influenzati dal crollo post-Covid. La flessione sui mercati esteri (-4,1%) ha ridotto la quota export al 70%, dieci punti percentuali in meno rispetto a dieci anni fa, ma questo declino è stato quasi completamente compensato da un aumento del 4,6% delle vendite interne. Paolo Lamberti, presidente Acimac, esprime soddisfazione per il mantenimento della quota sopra i 2 miliardi per il terzo anno consecutivo, ma prevede anni difficili a causa di mercati saturi, mancanza di stimoli geopolitici agli investimenti e una prospettiva di calo della produzione ceramica mondiale del -5,6% nel 2024, con recuperi modesti fino al 2027.

In sintesi, nonostante le sfide nel panorama economico globale, le industrie rappresentate da Acimac, Amaplast e Ucima continuano a dimostrare la forza e la resilienza del Made in Italy nel mondo, contribuendo significativamente all’economia nazionale e progettando un futuro promettente nel contesto dell’Industry 5.0 e dell’intelligenza artificiale.